giovedì 5 agosto 2010
LETTERE A LETIZIA ... per saperne di più
Lettere a Letizia ritorna in un momento di particolare difficoltà della “politica”, vissuta, e rifiutata, da molti come come l'arte di fare il proprio interesse (di individui o gruppi di individui) attraverso l'esercizio del “potere”. L'idea che coloro che “fanno politica” lo facciano nel proprio interesse, non è nuova e non è del tutto errata, quello che è assolutamente “moderno” è il contenuto dell'interesse e, proporzionalmente al crescente disprezzo per i “politici”, l'innalzamento della soglia di tolleranza verso il “farsi gli affari propri”. Sentire il giornalista Sallusti dire in televisione che <<.... alla gente non importa nulla di Cosentino, alla gente interessa che non si aumentino le tasse>> è emblematico di questo modo di vedere la “politica”. Rimettere al centro del “fare politica” la ricerca e l'attuazione del bene comune, che è nel mio “interesse” perché io sono parte di questa società e ne condivido la responsabilità insieme a tutti gli altri soggetti che la compongono, costituisce l'interesse per la politica di Onde donneinmovimento.
Tra complessità e riduzione delle risorse se si vuole “governare” è necessario ricostruire un sistema di regole condivise, o comunque accettate, che consenta di organizzare il presente e immaginare il futuro sapendo che persone, nazioni, popoli, continenti, sono interdipendenti, che solidarietà e condivisione non sono illusioni di “anime belle” ma necessità immediate indispensabili per la stessa sopravvivenza del genere umano.
Nel nostro Paese lo svilimento delle istituzioni, il sovvertimento delle regole democratiche, la scarsa credibilità e la volgarità dei comportamenti della classe dirigente, affliggono tutti ma colpiscono soprattutto le donne. Infatti l'asservimento richiesto agli uomini è essenzialmente di tipo morale, quello preteso dalle donne è totale. L'enfasi continuamente posta sulla bellezza, la giovinezza, il piacere, in realtà non si riferisce alle donne in quanto tali ma in quanto oggetto del desiderio dell'uomo, all'immaginario del quale la donna deve conformarsi, pena l'esclusione dal banchetto della corte.
Questo è dunque il tema della seconda edizione del concorso letterario “Lettere a Letizia”: desiderio di politica, voglia di esserci e di contare, leggerezza, passione, diversità, accoglienza, attenzione, rispetto e tutto quanto rende la vita degna di essere vissuta.
Il concorso quest'anno ha ampliato la rosa dei promotori, sia perché esso è “inclusivo” per definizione, sia perché ha destato l'attenzione e l'interesse di altri soggetti attivi nella nostra comunità; ci auguriamo che abbia il successo che merita e non perché questo sia gloria per coloro che lo hanno voluto e ci hanno creduto, bensì perché significherà che c'è ancora speranza, che le donne e gli uomini di questo Paese comunicano pensiero e idee, partecipano, elaborano, possono ancora contare e decidere.
Tra complessità e riduzione delle risorse se si vuole “governare” è necessario ricostruire un sistema di regole condivise, o comunque accettate, che consenta di organizzare il presente e immaginare il futuro sapendo che persone, nazioni, popoli, continenti, sono interdipendenti, che solidarietà e condivisione non sono illusioni di “anime belle” ma necessità immediate indispensabili per la stessa sopravvivenza del genere umano.
Nel nostro Paese lo svilimento delle istituzioni, il sovvertimento delle regole democratiche, la scarsa credibilità e la volgarità dei comportamenti della classe dirigente, affliggono tutti ma colpiscono soprattutto le donne. Infatti l'asservimento richiesto agli uomini è essenzialmente di tipo morale, quello preteso dalle donne è totale. L'enfasi continuamente posta sulla bellezza, la giovinezza, il piacere, in realtà non si riferisce alle donne in quanto tali ma in quanto oggetto del desiderio dell'uomo, all'immaginario del quale la donna deve conformarsi, pena l'esclusione dal banchetto della corte.
Questo è dunque il tema della seconda edizione del concorso letterario “Lettere a Letizia”: desiderio di politica, voglia di esserci e di contare, leggerezza, passione, diversità, accoglienza, attenzione, rispetto e tutto quanto rende la vita degna di essere vissuta.
Il concorso quest'anno ha ampliato la rosa dei promotori, sia perché esso è “inclusivo” per definizione, sia perché ha destato l'attenzione e l'interesse di altri soggetti attivi nella nostra comunità; ci auguriamo che abbia il successo che merita e non perché questo sia gloria per coloro che lo hanno voluto e ci hanno creduto, bensì perché significherà che c'è ancora speranza, che le donne e gli uomini di questo Paese comunicano pensiero e idee, partecipano, elaborano, possono ancora contare e decidere.
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